L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
E LA RANA BOLLITA
Avete mai pensato ai cambiamenti che si sono succeduti da pochi, pochissimi anni ad oggi? E all’innovazione tecnologica che le piccole e medie imprese hanno dovuto affrontare?
Cambiamenti nella tecnologia, certo, ad una velocità vertiginosa. Cambiamenti nei comportamenti di acquisto e nei valori di identificazione delle massa. Voglia di libertà e di autonomia, inferenza dei big data e dell’Intelligenza artificiale. Esplosione dell’ e-commerce e diffusione del delivery. Troppa informazione e pochi criteri di valutazione. E ancora, fake News e disorientamento. Conflittualità e crisi. Crescita del Marketing Sociale.
In che misura tutto questo a te, imprenditore, ha indotto una seria e proattiva riflessione su differenti approcci al mercato e sull’innovazione dei processi e delle strategie o sulle scelte strategiche di marketing? Chi sono stati i referenti di cui ti sei avvalso? Manager falliti che hanno continuato a fare i consulenti facendo gli stessi errori o persone senza esperienza nella mansione ma con idee moderne e la giusta motivazione? Quanto è stato importante questo tsunami dell’ambiente di mercato nel favorire comportamenti proattivi di innovazione di prodotto e di processo e di gestione delle Risorse Umane?
Se lavorate come trent’anni fa, miei cari, potreste fare la fine della rana bollita, che non si accorge delle conseguenze dei cambiamenti fino a quando non sono più gestibili e, da potenziale opportunità, diventano la causa dei fallimenti. Chiedersi di più cosa potrebbe accadere? Strategie FDOM ( forze debolezze minacce e opportunità ), scelte di target e di posizionamento, investimenti e soprattutto Marketing strategico e tempo.
Le aree di intervento sono molteplici; non solo legate al prodotto nella sua accezione generalista e basica di miglior qualità dei componenti (ammesso che le caratteristiche del prodotto siano ancora strategiche in quanto facilmente imitabili) che rimane presupposto fondamentale ed elemento più facilmente comunicabile, ma anche al contenuto in servizio, ai canali distributivi e alle strategie di comunicazione, al rapporto prezzo target e a ciò che dell’azienda si trasferisce nel prodotto durante i processi di acquisto, ossia clima aziendale, competenza del personale, procedure di vendita, modulabilità del servizio, sua personalizzazione, consegna, time to market, ecc…
Per mettersi in condizioni di rendere un cambiamento – in particolare una innovazione tecnologica – un’opportunità, secondo me, occorre fare una seria riflessione per capire se i propri punti di forza sono quelli richiesti dal mercato. Cercherei di capire quanto si è investito in Business Intelligence per misurare, appunto, cosa chiede il mercato e qualificare le competenze in ottica di investimento.Mi chiederei quanto sforzo per l’ innovazione si è speso e come si può recuperare anche solo in termini di comportamenti manageriali. Probabilmente le riflessioni più pressanti sono spesso state improntate all’immediatezza e hanno prodotto valutazioni del tipo: il costo del lavoro; le tasse; la concorrenza; il commercialista che mi sente una volta all’anno per dirmi quanto pagare senza farmi una pianificazione fiscali; i venditori non sono all’altezza e come faccio io piccolo piccolo a resistere se non posso competere con il grande gruppo, che tra l’altro sta lavorando sulle mie stesse nicchie. Ma chi l’ha detto che devi competere sul mercato del Grande Gruppo?
Tutte riflessioni giuste, ma che hanno conseguenze a breve termine, di fenomeni che si sono mossi nel lungo periodo senza che ce ne accorgiamo. E quindi, Rana Bollita.
Quindi se io fossi un piccolo imprenditore non rifiuterei a priori professionisti che si occupano di affiancare l’azienda nel gestire questo processo di cambiamento nell’innovazione tecnologica poiché, mai come oggi, è la condivisione delle competenze a rendere vincente un progetto di Impresa. E valuterei molto bene le competenze di cui mi avvalgo, magari aprendomi alla conoscenza dei processi per valutare quanto i miei referenti di oggi mi danno in relazione a ciò che potrei ottenere.
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